Verona, Fusco: “Con me il Napoli subito in A. Pecchia come Sarri. Vinciamo noi, ma lo scudetto…”
Filippo Fusco, napoletano di Piedigrotta, una laurea in Giurisprudenza con 110 e lode alla Federico II, cresciuto nel Napoli nella metà degli anni 90, è il direttore sportivo dell’ Hellas Verona che affronta il Napoli nella prima di campionato. Ecco l’intervista rilasciata al Mattino.
Che stagione vuole fare il Verona?
«Il Verona è una neopromossa, e per tutte le neopromosse l’ obiettivo principale è quello di difendere la serie A. Vorremmo raggiungere il nostro obiettivo attraverso un gioco propositivo e cercando di valorizzare i calciatori giovani della nostra squadra».
Perché Cassano alla fine è andato via?
«Cassano è un campione assoluto ma dopo tanto tempo passato fuori da un contesto agonistico, restando sempre così vicino alla sua famiglia, credo gli abbia pesato la pressione e lo stile di vita che il calcio ad alti livelli impone».
Lei ha detto: Pecchia diventerà tra i più bravi allenatori d’ Europa. Cosa le piace di più di Fabio?
«Fabio sta facendo un percorso di crescita importante, e lo sta facendo nella maniera più adatta a quelle che sono le sue qualità: equilibrio, cultura del lavoro e idea di gioco, unite ai valori umani che lo hanno sempre caratterizzato anche da calciatore».
Che differenze tra Pecchia e Sarri?
«Pecchia non ha mai fumato una sigaretta in vita sua. Scherzi a parte, Mi sembra che entrambi prediligano il gioco come un mezzo per ottenere i risultati. In questo momento Sarri riesce sempre a dare un’ identità caratterizzante alle sue squadre, spesso preferendo puntare su un gruppo più ristretto, mentre Pecchia cerca di utilizzare tutti i calciatori della rosa».
Chi vince lo scudetto?
«È presto per dirlo, ma sicuramente il Napoli è una delle candidate principali».
Il suo Napoli, che ricordi ha?
«Nel 1999, al mio primo anno come responsabile dell’ area tecnica, abbiamo ottenuto una promozione in serie A molto importante, soprattutto perché nei due anni precedenti l’ obiettivo non era stato raggiunto. Proprio in occasione della partita di Coppa Italia di domenica scorsa con l’ Avellino ho rinfrescato un po’ di ricordi insieme a Novellino…».
A chi è rimasto più legato ai dirigenti del Napoli che ha conosciuto?
«Sicuramente a Carlo Iuliano. Ancora oggi sento molto la sua mancanza. Mi ha sempre dato i consigli giusti fin dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti, nel 1995, e lo ha fatto fino alla fine».
Che pregi riconosce a De Laurentiis?
«De Laurentiis ha un grande merito, quello di aver portato in poco meno di un decennio un club che veniva da un fallimento a competere ai massimi livelli in Europa, riuscendo allo stesso tempo a coniugare competitività sportiva con equilibrio economico e bilanci sani della società. In questi tempi, nei quali si invoca sempre il FFP, è una cosa di importanza fondamentale».
C’ è grande rivalità tra curva del Verona e quella del Napoli: lei ne ha mai subito qualche conseguenza?
«Assolutamente no! Mi sono sempre sentito a mio agio nel ruolo che svolgo e che cerco di fare con la passione e l’ impegno che provo a mettere in tutto quello che faccio. Questo credo sia stato apprezzato, al di là degli errori che ognuno può commettere quando ha delle responsabilità decisionali».
Impressionato dal Napoli che ha battuto il Nizza?
«Ha mostrato le sue grandi qualità di squadra organizzata e che cerca sempre di raggiungere il risultato attraverso un gioco propositivo e offensivo».
Domani chi vince?
«Il Verona. Ma poi lo scudetto lo vince il Napoli»