“Vesuvio lavali col fuoco!”, una vergogna da 10mila euro

È da un bel po’ di tempo che urlare Vesuvio lavali con il fuoco non costituisce più comportamento discriminatorio: è da un po’ di tempo che non si arriva alla chiusura dei settori dello stadio per insulti o denigrazioni di origine territoriale. Come evidenzia Il Mattino, i cori beceri contro Napoli e i napoletani, sentiti in questa stagione al Dall’ Ara di Bologna, allo Juventus Stadium di Torino (sia in campionato che in Coppa Italia) e all’ Olimpico di Roma, ormai valgono una semplice multa, quasi mai eccessiva. De Laurentiis, l’ altra sera, al termine della gara con il Real, ha sottolineato come forse il limite sia stato superato. «Una volta ci ridevo sopra, ma adesso no. Lo trovo disgustoso augurare a un popolo di essere lavato dal Vesuvio, io non mi sono mai sognato di augurarlo a nessuno».

E proprio così: per la Figc dare del «coleroso» o augurare «l’ eruzione del Vesuvio» a un napoletano è diventato al massimo un’ offesa, non certo razzismo. Le norme del 2013 (che portarono a numerose chiusure di settori: Bologna, Inter, Juventus, Milan e altri) erano effettivamente un pasticcio, mai chiarite davvero neppure all’ Uefa che colpivano alla rinfusa. Ma adesso è peggio: invece di correggerle e migliorarle si è pensato bene di abolirle. Se non ufficialmente, almeno nella sostanza. 10 mila euro vale quel coro dell’ odio contro i napoletani, che si sente ormai ovunque negli stadi d’ Italia. In pratica, oggi le multe per denigrazione territoriale, in serie A, sono inferiori a quelle pagate se un raccattapalle fa sparire un pallone. Un reato letteralmente depenalizzato, nella pratica.