Zoff: “Ma quali fischi, ecco come mi accolsero i napoletani. Stasera può finire così”

Dino Zoff fu il primo idolo di Napoli a lasciare il Vesuvio per la Juventus. L’ex ct della Nazionale ha rilasciato un’intervista sulle pagine de La Nazione: «Ma quali fischi, ma quali pernacchie! Una ovazione fragorosa, invece. Almeno per me. Ma non fu un caso Higuain dell’ era giurassica – scherza il Monumento nazionale – Era tutto molto diverso».

Non sempre i napoletani si arrabbiano? «Credo dipenda dai modi del congedo, da come si arriva alla separazione. L’ argentino ha lasciato nei tifosi azzurri il senso, come dire, di un tradimento…».

Zoff invece… «Ah, guardi, io ero juventino sin da bambino e quando mi dissero che Boniperti mi voleva per la Signora, ecco, mi fece piacere».

Fu diverso lo stile. «Io a Napoli ci stavo da re! La gente mi adorava, ero giovane, la vita mi sorrideva. Debuttai anche in Nazionale al San Paolo, contro la Bulgaria, nel 1968».

E allora perché se ne andò? «La società aveva bisogno di soldi, il presidente Ferlaino doveva aggiustare il bilancio e i tifosi lo sapevano e quindi non mi diedero colpe. Quanto tornai con i bianconeri, fu tutta una festa. Si arrabbiarono molto di più con Altafini nel 1975».

Cosa accadde? «José era venuto a Torino con me. Con il Napoli aveva segnato tanti gol e fece gol per la Juve nello scontro diretto che valeva lo scudetto del 1975. Lui lo fischiarono per anni, al San Paolo, nacque la leggenda di Core ‘Ngrato. A me, solo applausi».

Per il Pipita si annuncia stasera una accoglienza per niente calorosa, in stile Altafini. «Ma va bene, purché si resti nei confini della civiltà. Lo fischieranno e lo spernacchieranno, però quando entra in campo dopo un minuto pensa a giocare e ciao».

Che partita sarà? «Spero spettacolare, sono di fronte due squadre che non si somigliano, due belle realtà del nostro campionato».

C’ è un favorito? «Io non escludo il pareggio e nemmeno mi dispiacerebbe, sono juventino da sempre ma porto sempre Napoli e il Napoli nel cuore…».